Ricorrendo i 45 anni dalla strage di piazza Fontana, pubblichiamo questo articolo di Franco Astengo in cui si avanzano notizie e ipotesi atte a riaprire la riflessione e l’analisi su quanto è accaduto in Italia nell’ultimo mezzo secolo dietro le quinte della storia ufficiale della Repubblica.
A QUARANTACINQUE ANNI DA PIAZZA FONTANA: TERRORISMO E DEMOCRAZIA ITALIANA di Franco Astengo
Tra pochi giorni, il 12 Dicembre, ricorreranno quarantacinque anni dalla strage di Piazza della Fontana, snodo fondamentale nella storia della democrazia italiana.
Sarà del tutto naturale il presentarsi, nel campo della pubblicistica e dell’analisi storico-politica, di tutta una serie di importanti riflessioni su quell’avvenimento e sui tragici fatti che seguirono negli anni che furono definiti “di piombo”.
In questo intervento si cercherà di rispondere a una domanda: nell’intento di attaccare al cuore la democrazia italiana perché, rispetto al terrorismo, hanno ottenuto maggiori risultati gli attori del sistema politico riducendola ormai a un brandello di simulacro?
Per quindici anni l’Italia è apparsa al mondo intero immersa in una crisi caratterizzata dal succedersi di stragi e atti terroristici che hanno provocato più di 360 vittime e circa 4.500 feriti.
Sono stati gli anni che si collocano storicamente tra l’emergere della contestazione studentesca e delle lotte operaie e lo stabilizzarsi della situazione politica con l’ascesa al potere del leader socialista Bettino Craxi, alla guida di una coalizione di pentapartito che resse fino al crollo del vecchio sistema politico nei primi anni’90: crollo del sistema dovuto all’implosione die partiti storici causata da tre fattori concomitanti, l’approdo europeo attraverso il trattato di Maastricht, “Tangentopoli”, la caduta del muro di Berlino. Continua a leggere
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