Assemblea nazionale a Roma sui cambiamenti istituzionali

Il Coordinamento per la democrazia costituzionale convoca un’assemblea nazionale per il 9 marzo a Roma, presso l’aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, dalle h. 15 alle 18, per le determinazioni da prendere in ordine alle riforme costituzionali ed elettorali in corso d’opera, e per discutere delle seguenti valutazioni:

Le modifiche della Costituzione e della legge elettorale stanno creando un serio pericolo di accentramento del potere di decisione e la discussione parlamentare, per come avviene, requisisce di fatto le decisioni senza consentire la necessaria partecipazione dei cittadini, per di più in un parlamento fortemente delegittimato, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale.

Il nostro paese, colpito da una crisi grave e tuttora in recessione, è concentrato su disoccupazione, perdita di reddito, assenza di prospettive per i giovani. Tuttavia regole fondamentali come la Costituzione sono troppo importanti per il futuro della nostra democrazia per consentire disattenzione. Continua a leggere

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Costituito il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale

Comunicato stampa

Nel nostro paese sono in cantiere profonde modifiche dell’assetto politico-istituzionale, perseguite dall’attuale governo attraverso una vasta revisione della Costituzione ed una nuova legge elettorale destinate, purtroppo, ad incidere negativamente sulla qualità della democrazia e sui diritti dei cittadini. Ciò avviene ridimensionando la centralità del suffragio diretto e del Parlamento, quale istituzione rappresentativa della sovranità popolare, alterando le garanzie del bilanciamento dei poteri e realizzando una inusitata concentrazione di poteri nelle mani dell’Esecutivo espresso da un unico partito e in particolare esaltando il ruolo dominante del Presidente del Consiglio, nel quadro di un generale soffocamento delle autonomie regionali e locali. E’ inaccettabile che iniziative come queste, che incidono tanto profondamente sulla democrazia costituzionale avvengano imponendo al Parlamento una marcia a tappe forzate. Questo strozza il confronto politico impedendo la necessaria partecipazione dei cittadini al processo decisionale su scelte che determinano un significativo cambiamento del Patto costituzionale sul quale si fonda l’unità del popolo italiano come comunità politica. Ed è intollerabile che l’Esecutivo pretenda che la riforma costituzionale sia trattata come un decreto legge che il Parlamento deve ratificare, e in aggiunta che la Costituzione sia riscritta da un Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale, senza sentire l’esigenza, almeno, di un largo e democratico confronto preventivo.

A richiesta di numerose associazioni attive nella società civile, personalità della cultura, esponenti sindacali, si è costituito, il 24 febbraio,  il Coordinamento per la Democrazia costituzionale (www.coordinamentodemocraziacostituzionale.net) con l’obiettivo di difendere e valorizzare i principi della democrazia della nostra Costituzione nata dalla Resistenza, operando per attivare l’opinione pubblica, largamente inconsapevole del significato e dei contenuti del processo di riforme istituzionali in atto, e per promuovere un dibattito politico che consenta la partecipazione di tutti i cittadini e faccia avanzare la consapevolezza della posta in gioco per gli anni futuri.

Al Coordinamento hanno dato, finora, la propria adesione associazioni come l’ARS (Associazione per il rinnovamento della sinistra), Associazione Articolo 21, i Comitati Dossetti, Libertà e Giustizia, l’Associazione per la Democrazia costituzionale, l’Associazione Giuristi Democratici, La Rete per la Costituzione, il Manifesto in rete, “Agire politicamente” (Coordinamento Cristiano democratico) il Gruppo di Volpedo, Iniziativa 21 giugno, Iniziativa socialista, Sinistra-lavoro, Rete socialista-socialismo europeo, Futura Umanità, Libera cittadinanza, Comitato difesa della Costituzione Ravenna nonché strutture sindacali come la FIOM, l’USB (Unione Sindacale di Base) e organizzazioni politiche come l’Altra Europa con Tsipras, PRC, Lavoro e società, parlamentari del gruppo misto, di Sel e della sinistra Pd;la Cgil e Libera partecipano ai lavori come osservatori; hanno aderito, inoltre,  costituzionalisti e personalità della cultura come Gustavo Zagrebelsky, Luigi Ferrajoli, Gianni Ferrara, Massimo Villone, Nadia Urbinati, Pietro Adami, Franco Russo, Anna Falcone, Domenico Gallo, Pancho Pardi, Francesco Baicchi, Sandra Bonsanti, Felice Besostri, Antonio Caputo, Raniero La Valle, Vincenzo Vita, Sergio Caserta, Alfiero Grandi, Tommaso Fulfaro, Lanfranco Turci, Gim Cassano,  Paolo Ciofi, Cesare Salvi, Antonello Falomi, Giovanni Russo Spena, Emilio Zecca, nonché i parlamentari Vannino Chiti, Erica D’Adda, Francesco Campanella, Maria Grazia Gatti, Alfredo D’Attorre, Paolo Corsini, Felice Casson, Loredana De Petris, Stefano Fassina, Stefano Quaranta, Corradino Mineo, Giorgio Airaudo, Lucrezia Ricchiuti, Walter Tocci.

Roma, 24 febbraio 2015.

MESSAGGIO DEI CITTADINI AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E A TUTTI I RESPONSABILI DELLE RIFORME ISTITUZIONALI

Sono cambiate le priorità deve cambiare l’agenda

PER FAVORE DATECI DUE ANNI DI TEMPO

PRIMA DI CAMBIARE IL NOSTRO PATTO

 Sono cambiate le priorità del nostro Paese. In una democrazia rappresentativa quando cambiano le priorità e le cose più urgenti da fare, o i governanti se ne accorgono e cambiano, o si cambiano i governanti.

Oggi le priorità sono le seguenti:

  • Salvare la Grecia e salvare l’Europa. Se la Grecia viene abbandonata, come i barconi degli immigranti nel mare Mediterraneo, l’Europa del sogno comunitario è finita; solo l’euro, il vincitore, potrebbe sopravviverle in alcuni Paesi.
  • Scongiurare la guerra in Europa impedendo la ricostituzione della cortina di ferro più a est, tra l’Ucraina e la Russia; tornare allo spirito degli accordi di Helsinki del 1975, che sulla rinunzia a modificare con la forza i confini hanno assicurato la pace in Europa, almeno fino alla guerra contro la Iugoslavia e per il Kossovo.
  • Ripristinare l’operazione Mare Nostrum evitando all’Italia la ripetizione del reato di ecatombe e di strage.
  • Promuovere un’azione ai sensi del cap. 7 della Carta dell’ONU per debellare il DAESH (ISIS) al fine di ristabilire “la pace e la sicurezza internazionale”.
  • Avviare un piano straordinario di interventi pubblici per creare nuove opportunità di lavoro, a cominciare dai giovani.
  • Ripristinare la dignità e la serietà formativa della scuola, per cambiare il futuro.

A fronte di queste urgenze, sarebbe inconcepibile che il Parlamento si avvitasse in un vortice per cambiare di fretta la Costituzione e abolire il Senato. La rottura del patto del Nazareno ha portato alla luce il fatto che la riforma in corso non ha mai avuto una vera maggioranza libera né al Senato né alla Camera, ma una maggioranza fittizia creata dal concorso di disciplina di partito e strenui regolamenti parlamentari. Sarebbe ora insostenibile per il Paese una riforma realizzata da un solo partito, e sottoposta poi a un ingannevole plebiscito popolare.

Noi chiediamo perciò che, sulla base del lavoro fin qui compiuto, l’ulteriore esame della riforma, come richiesto dai giuristi dei Comitati Dossetti per la Costituzione, sia rinviato e ripreso nella prossima legislatura, in modo che ai cittadini siano lasciati intanto due anni di tempo per essere informati e discutere la nuova configurazione del patto costituzionale; e chiediamo che il resto della presente legislatura sia dedicato a far fronte alle urgenze indicate.

Nel messaggio del Presidente della Repubblica abbiamo ascoltato che la vera garanzia della Costituzione è attuarla e che il suo vero fallimento è la corruzione. La nostra fretta è che siano intraprese azioni per attuare i diritti oggi più disattesi, per estirpare dalla politica il mercato delle indulgenze e dei favori e per fare dell’Italia un’artefice di giustizia e di pace tra le nazioni.

Ciò fino al 2018 si può fare con la Costituzione che c’è, e se la si cambia lo si deve fare in modo che ciò resti possibile. I nostri vecchi ci hanno detto che i migliori articoli della nostra Costituzione sono stati scritti sulle montagne da quanti resistevano e combattevano per una Patria migliore. Noi non vorremmo che ora fossero cambiati nel tumulto del Parlamento e nello sconcerto dei cittadini, e vorremmo che se ne potesse discutere non solo nei Palazzi e nelle Camere ma sulla stampa, in TV, nelle fabbriche, negli uffici e in tutti i luoghi in cui ci incontriamo nel Paese; altrimenti noi cittadini, soprattutto i più giovani, saremmo vittime di un’esclusione dalle stanze della conoscenza e della decisione politica.

Per la stessa ragione vorremmo andare alle prossime elezioni esprimendo il nostro voto e le nostre preferenze anche su queste riforme, in un quadro ancora pluripartitico e proporzionale, meglio ancora se con primarie obbligatorie riservate agli iscritti e trasparenti per legge, e vorremmo che nessun premio di maggioranza sia attribuito in ballottaggi cui non partecipino almeno il sessanta per cento dei cittadini.

Solo così, nella prossima legislatura, potremmo avere una Costituzione rinnovata come fattore di unità e non di divisione, come una conquista comune, non come il trofeo di qualcuno.

Raniero La Valle, Luigi Ferrajoli, Domenico Gallo, Gustavo Zagrebelsky, Umberto Romagnoli, Angela Mancuso, Giovanni Bianco, Paolo Caretti, Alfonso Di Giovine, Francesco Di Matteo, Massimo Villone, Luciano Gallino, Gaetano Azzariti, Gianni Ferrara, Lanfranco Turci, Enrico Peyretti, padre Alberto Simoni, Anna Falcone, Roberto Budini Gattai, Marco Romani, “Pane pace lavoro”, Francesco Baicchi, Rete per la Costituzione, Nadia Urbinati, Bruno Bellerate, Pierluigi Sorti, Rosanna Cavazzini, Comitato polesano per la difesa Costituzione, Antonio Caputo, Federazione nazionale dei Circoli di Giustizia e Liberta’, Maria Ricciardi, Franco Borghi, Pancho Pardi, Maria Luisa Paroni, Giuliano Ciampolini, Francesco Domenico Capizzi, Maria Teresa Cacciari, Sergio Frosini

Per firmare il messaggio usare questo link:

www.change.org/p/presidente-della-repubblica-e-a-tutti-i-responsabili-delle-riforme-istituzionali-sono-cambiate-le-priorità-deve-cambiare-l-agenda-per-favore-dateci-due-anni-di-tempo-prima-di-cambiare-il-nostro-patto

Salvaguardare la Repubblica democratica parlamentare

L’augurio dei Comitati Dossetti al nuovo Presidente della Repubblica

1 febbraio 2015

A Sergio Mattarella

Presidente della Repubblica

Palazzo della Consulta

Roma

I Comitati Dossetti per la Costituzione ti abbracciano con affetto e ti supplicano di custodire e trasmettere poi integro per i cittadini l’unico bene che hanno ricevuto, la Repubblica democratica parlamentare fondata sul lavoro.

Raniero La Valle, Presidente Comitati Dossetti per la Costituzione

Garantire la Costituzione significa attuarla dal diritto al lavoro al ripudio della guerra

Il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Parlamento nel giorno del giuramento

Palazzo Montecitorio, 03/02/2015

Signora Presidente della Camera dei Deputati, Signora Vice Presidente del Senato, Signori Parlamentari e Delegati regionali,

Rivolgo un saluto rispettoso a questa assemblea, ai parlamentari che interpretano la sovranità del nostro popolo e le danno voce e alle Regioni qui rappresentate.

Ringrazio la Presidente Laura Boldrini e la Vice Presidente Valeria Fedeli.

Ringrazio tutti coloro che hanno preso parte al voto.

Un pensiero deferente ai miei predecessori, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, che hanno svolto la loro funzione con impegno e dedizione esemplari.

A loro va l’affettuosa riconoscenza degli italiani.

Al Presidente Napolitano che, in un momento difficile, ha accettato l’onere di un secondo mandato, un ringraziamento particolarmente intenso.

Rendo omaggio alla Corte Costituzionale organo di alta garanzia a tutela della nostra Carta fondamentale, al Consiglio Superiore della magistratura presidio dell’indipendenza e a tutte le magistrature.
Avverto pienamente la responsabilità del compito che mi è stato affidato.

La responsabilità di rappresentare l’unità nazionale innanzitutto. L’unità che lega indissolubilmente i nostri territori, dal Nord al Mezzogiorno.

Ma anche l’unità costituita dall’insieme delle attese e delle aspirazioni dei nostri concittadini.
Questa unità, rischia di essere difficile, fragile, lontana.

L’impegno di tutti deve essere rivolto a superare le difficoltà degli italiani e a realizzare le loro speranze.

La lunga crisi, prolungatasi oltre ogni limite, ha inferto ferite al tessuto sociale del nostro Paese e ha messo a dura prova la tenuta del suo sistema produttivo.

Ha aumentato le ingiustizie.

Ha generato nuove povertà.

Ha prodotto emarginazione e solitudine.

Le angosce si annidano in tante famiglie Continua a leggere