COORDINAMENTO DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE
Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale dopo l’approvazione, il 4 maggio scorso, della legge elettorale “Italicum”, con la forzatura inaccettabile della richiesta del voto di fiducia da parte del Governo, che ha così troncato ogni possibilità di confronto e di modifica del provvedimento, atteggiamento tanto più incomprensibile in quanto la legge entrerà in vigore solo il 1° luglio 2016, ha preso in esame le iniziative da assumere.
C’è stato un unanime accordo sulla valutazione che l’obiettivo prioritario è tentare di evitare che la nuova legge elettorale (Italicum) trovi concreta applicazione.
Infatti una Camera dei deputati composta in base alla nuova legge elettorale, con la maggioranza – grazie ad un forte premio – assegnata a un solo partito e per di più, nel caso di ballottaggio, indipendentemente dal consenso ottenuto al primo turno, costituirebbe un passo preoccupante verso un regime autoritario. Il premio di maggioranza per il vincitore infatti è non solo enorme al primo turno, del resto molti partiti oggi non arrivano al differenziale rappresentato dal premio di maggioranza per chi raggiungesse il 40% dei voti, ma potrebbe diventare enormemente sproporzionato nel caso di ricorso al ballottaggio, a cui si accede senza soglia di ingresso e senza possibilità di apparantamento al secondo turno.
Il coordinamento pertanto ha sottolineato il dovere di utilizzare tutti gli strumenti disponibili per opporsi a questa legge prima della sua entrata in vigore, anche se questa iniziativa presenta evidenti difficoltà.
Essenzialmente gli strumenti che il Coordinamento ha identificato sono due, e si è valutato di sottoporre a tutti gli interlocutori politici e sociali l’esigenza di provare a utilizzarli entrambi:
-il primo è intraprendere iniziative giudiziarie nelle varie sedi di corte d’appello per sollevare da subito la non costituzionalità della legge e per ottenere in questo modo un rinvio alla Corte Costituzionale, in analogia con quanto avvenuto per la legge Calderoli (Porcellum), che infatti è stata oggetto di censura in passaggi fondamentali – in gran parte gli stessi riproposti da questa legge – da parte della Consulta con la sentenza n.1/2014;
-il secondo è il ricorso a referendum abrogativi, che possono avere più obiettivi: 1) la cancellazione integrale della legge, comunque possibile solo entro il 1° luglio 2016, 2)l’annullamento degli aspetti che dal coordinamento vengono ritenuti incostituzionali, tanto più a fronte della sentenza della Corte Costituzionale sul “Porcellum”.
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