di Raniero La Valle
Quale Partito Democratico è precipitato nella Caporetto delle elezioni presidenziali? Questa domanda suppone che di Partito Democratico possa essercene un altro.
Il partito che ha subito la rotta di Montecitorio è quello che, pur essendo passato attraverso diverse metamorfosi e diversi fondatori e dirigenti, potremmo identificare come il partito veltroniano. Esso deriva da due vizi di origine, uno ideologico, l’altro politico. Quello ideologico è consistito nella pretesa di unire due culture, quella comunista e quella cattolica, negando tutte e due. L’incontro tra cultura comunista e cultura cattolica era passato attraverso diverse tappe, tutte di rilevante spessore. La prima era stata la “Pacem in terris” di Giovanni XXIII, che attraverso la distinzione tra l’errore e l’errante aveva dato legittimità al dialogo. La seconda era stata il confronto, condotto ai massimi livelli ecclesiastici, tra l’antropologia marxista e quella cristiana nei famosi incontri internazionali della Paulus Gesellschaft. La terza era stata quando Berlinguer, nel suo lungo viaggio verso l’incontro con la DC e altri partiti anticomunisti, a chi gli chiedeva in che cosa consistesse per lui una società socialista in Italia, affermava che essa sarebbe consistita in una piena attuazione della Costituzione repubblicana. La quarta fu quando Moro, nel suo discorso di Bari, sviluppando la “strategia dell’attenzione”, disse che si doveva andare a vedere in che cosa consistessero gli “elementi di socialismo” che il PCI voleva introdurre nella struttura sociale ed economica italiana.
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