Il futurismo legislativo, brodo di coltura della corruzione

 

di Antonello Falomi

Matteo Renzi ha invocato il voto del Senato per correggere la norma, approvata alla Camera dei deputati grazie a numerosi  franchi tiratori del PD, con la quale è passata la più punitiva e berlusconiana delle proposte per colpire, proprio nel momento degni scandali MOSE ed EXPO,  l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati.
Contemporaneamente, al Senato, i senatori del PD Mineo e Chiti, vengono rimossi d’autorità da componenti della commissione Affari costituzionali perché difendono la funzione di quel   Senato che Renzi vorrebbe, invece, rendere irrilevante.
Il voto alla Camera sulla responsabilità civile dei giudici anziché indurre  Governo e maggioranza a ripensare con maggior ponderazione il modello renziano di Senato, sembra, invece, non mettere fine a quella sorta di futurismo legislativo della velocità che fa da copertura ideologica alla demolizione dell’impianto democratico delle nostre istituzioni.
Eppure non è la prima volta che grazie al bicameralismo il Paese ha evitato ai cittadini italiani l’approvazione di pessime leggi. Una per tutte, la vergognosa proposta di legge sul testamento biologico che avrebbe prolungato all’indefinito le sofferenze di Eluana Englaro.
La classe politica dominante vuole continuare a far credere all’opinione pubblica che le cose in Italia vanno male a causa della lentezza dell’attività parlamentare. Pochi sanno che solo il 3% delle leggi sono andate oltre la seconda lettura e quasi sempre a causa di svarioni e testi malfatti da parte dei governi.
La verità è che, invece, dietro al mito della velocità e della efficienza delle istituzioni si nasconde la volontà di avere, senza più alcun controllo, le mani libere  nella gestione della cosa pubblica.
L’Italia sta sprofondando negli scandali, la corruzione sta distruggendo la fibra morale del Paese e si continua a far finta di non vedere che tutto ciò è reso possibile grazie a una politica che da decenni ha distrutto ogni possibilità di controllo e di trasparenza sull’uso del denaro pubblico.
Ogni volta che scoppia uno scandalo si fanno sparate perlopiù propagandistiche sull’aggravamento delle pene, ma non si fa nulla per ricostruire un serio sistema di controlli.
Nei Comuni italiani ci si è preoccupati soprattutto di accrescere il potere dei sindaci e dei partiti che li sostengono , distruggendo ogni reale funzione di controllo dei Consigli e delle opposizioni.  Lo stesso è accaduto nelle Regioni.
Per sfuggire ai controlli democratici, si sono costituite a tutti i livelli, al di là di reali necessità,  società partecipate comunali, regionali e statali che sono diventate luoghi di occupazione e di spartizione tra interessi partitici e interessi privati.
In nome della semplificazione e della velocizzazione sono state modificate le leggi sugli appalti consentendo le mostruosità di meccanismi di affidamento di gigantesche e costosissime opere pubbliche, fuori da ogni reale possibilità di controllo democratico.
Interi settori di intervento pubblico come, ad esempio, la sanità, i rifiuti, sono stati affidati in molte realtà a Commissari governativi che non rispondono alle istituzioni elette dai cittadini.
La concentrazione del potere in poche mani, che ispira l’Italicum e la riforma del Senato,  è la stessa che ha distrutto il sistema dei controlli e del bilanciamento dei poteri istituzionali.
E’ dentro questo brodo di coltura che prosperano gli affaristi che fanno politica e i politici che fanno gli affaristi.

 

 

Una Risposta

  1. L’ha ribloggato su Appunti Scomodi.

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